intervista ad adele stefanelli

di Pietro Gavagnin

In un pomeriggio di settembre passeggiando per la Giudecca, fra le fermate di Palanca e Redentore, mi è capitato di imbattermi casualmente in un piccolo atelier di ceramica. La proprietaria e artigiana è la signora Adele Stefanelli, che dopo una breve chiacchierata mi ha concesso gentilmente una breve intervista sul suo lavoro.

Ci parli un po’ della sua storia professionale: quando inizia a lavorare la ceramica? Cosa la spinge a farlo? A che cultura si ispira?

Non è una storia lineare. Ho fatto l’università a Ginevra, studiavo traduzione e interpretazione, e ho iniziato così come iniziano tanti, per hobby, volevo farmi i vasetti per la marmellata. A Ginevra c’è una bellissima collezione di ceramiche orientali e lì mi sono innamorata della ceramica coreana, cinese e giapponese. Ho poi seguito dei corsi settimanali e dopo vari lavori ho deciso di trasformi in Toscana, in campagna, e l’ ho deciso di vivere di ceramica, non sapevo fare niente, né cotture né altro. andando poi da qualche torniante e facendo pratica a casa ho imparato, diciamo che sono auto didatta. Ho fatto poi uno stage per gli smalti e a partire dagli anni ‘90 ho iniziato a vendere, fino al 2003, poi ho smesso. Il motivo principale è che andava troppo bene. Avrei dovuto assumere personale e quindi diventare una piccola impresa, ma sono terribile nella gestione, fare più fiere per pagare il personale. Oppure triplicare i prezzi, ma non avrebbe retto, per cui ho smesso. Ho ripreso il mio vecchio lavoro, ho ripreso la scuola di interpretazione perché avevo perso completamente la pratica, ho lavorato a Bruxelles come interprete. Nel 2017 min son pian piano riavvicinata alla ceramica e mi sono stabilita qui nel 2019, dopo esser stata in Cina e in Corea.

Un po’ di dati tecnici: che terre usa? Fa lei smalti e vetrine?

Le terre sono il grès che compro da una ditta, arriva dalla Germania, mentre la porcellana arriva dalla Cina, dal Jingdezhen, dove nacque la porcellana nel medioevo. Anche per le forme mi ispiro all’oriente. Gli smalti li faccio io, ricreo le composizioni basandomi però su antichissime ricette. Qui faccio anche il kintsugi, ovvero riparare ceramiche rotte con una particolare resina su cui si passa sopra una polvere d’oro. Lo faccio sia sui miei lavori rotti accidentalmente, sia su ceramiche che mi portano i privati. Si potrebbe fare anche sul vetro, ma è più difficile.

Produce solo per vendere qui in bottega o riceve commissioni?

Quando lavoravo in Toscana avevo dei negozi, vendevo in tutto il mondo: Londra, Amsterdam, Roma, Milano, USA, andava molto bene. Però era diventato noioso, mi chiedevano sempre le stesse cose, era ripetitivo, non mi dava più alcun piacere. In ogni città rifornivo dei negozi in base al mio catalogo, ovviamente, non c’era internet. Ora vendo prevalentemente qui, ma c’è un negozio a Venezia che ha le mie cose, “Chiarastella Cattana”, vicino San Samuele nei pressi di Palazzo Grassi. Anche on line, sul sito o su Instagram, la gente vede i miei lavori e mi scrive. mi dicono cosa vogliono e ci mettiamo d’accordo, spiego che non si può fare il reso, perché io imballo bene, ma non so mai come mi tornerebbe indietro. Poi potrà mai essere uguale a come l’hanno visto, sono pezzi unici. Ricevo poi un acconto, mando una foto a lavoro finito, saldano il conto e spedisco. Ovviamente faccio il reso solo nel caso sia stato gravemente danneggiato e non dal cliente. Non ho invece un vero e proprio shop online, perché dovrei avere una persona che si occupa solamente di questo, continuare ad aggiornare coi pezzi nuovi e togliere quelli venduti, spenderei più in foto che altro.

Insegna ad apprendisti o amatoriali?

Quando ho tempo faccio corsi a principianti, non a chi sa già, ci sono maestri più bravi di me. Siccome ho due torni, faccio corsi da minimo 2 persone e massimo 2 persone. Una volta una ragazza voleva farlo a tutti i costi farlo da sola, le ho dovuto far pagare per due. Per i principianti consiglio 2 giorni da 4 ore ciascuna, sono 27 euro/h a testa. Altrimenti anche 12 ore divise in 4 giorni, da decidere col cliente.

Collabora con IUAV, Accademia o licei artistici?

Mi hanno intervistata una volta. Potrei informarmi per collaborare, ma non mi piace essere vincolata, al massimo per un progetto a breve termine potrei accettare, ma per ora nulla.

Trova più problemi ad essere a Venezia ora rispetto a quando era in Toscana?

Come visibilità qui non c’è confronto, anche qui alla Giudecca c’è passaggio. Dove stavo in Toscana non avevo nessuno nel raggio di 2 km. O mi conoscevano e venivano apposta, magari per passa parola, ma vendevo prevalentemente a negozi e architetti. A Venezia ho scelto questo posto appartato perché in centro non lavorerei, dovrei chiudere le tapparelle. Volevo avere la calma. Tuttavia non pensavo di avere il passaggio che c’è, pensavo che avrei dovuto ricontattare i vecchi clienti. Il passaggio che c’è qui è di persone giuste, non c’è turismo di massa e se per caso passano gruppi di turisti chiudo la porta. Alcuni mi scoprono perché vanno al ristorante, hanno qua la barca o passeggiano Hilton e Cipriani mi mandano dei clienti, sono sulla guida di Luis Vuitton. Non ho cercato pubblicità fuori, tanto non diventerei ricca.

Ha progetti per il futuro prossimo?

Sto pensando di tornare in Cina per un progetto con la porcellana, ma nulla di certo. Già nel 2020 dovevo tornare in Corea, ma è saltato per il covid.

Info di contatto:
Ig: @adele_stefanelli_ceramica
Sito: www.adelestefanelli.com
Tel: +39 3472211661