manifesto del partito intellettualista

di Gianluca Falier

C’è una tacita regola tra persone che studiano certe materie che determina come occupare il proprio tempo libero. Più applichi la regola alla lettera e più sei intellettuale.
Intanto non dovresti nemmeno averlo il tempo libero. Ma se, per sbaglio, ti avanza mezz’ora tra la preparazione di un esame sovrannumerario e l’aggiornamento del curriculum, devi leggere Nabokov, guardare film di Fellini e ascoltare sinfonie di Mozart. Se riesci a farlo mentre mangi e caghi ancora meglio. Se poi riesci a mangiare e cagare contemporaneamente, mentre leggi Lolita e ascolti la n. 40 in Sol minore, sei sulla buona strada per diventare dei nostri.
Se tua madre inizia a temere per la tua salute mentale, sappi che quella matta è lei. Tu stai benissimo. Sono gli altri che stanno male. Sono gli altri che guardano Reazione a catena, non tu. Tu sei meglio degli altri. Sei molto meglio degli altri. Le tue scoregge non puzzano per niente.
Se qualcuno dei tuoi amici va al cinema a vedere Boldi e De Sica, non essere più loro amico. Se a farlo sono i tuoi genitori, smetti di comunicare con loro. Non se lo meritano. Ovviamente, puoi continuare a farti dare da loro i soldi per mantenerti in tutto e per tutto. Oh, sennò chi se li compra quei pantaloni hippie da duecento euro?
Dopotutto, il regolamento dell’intellettuale non transige sull’aspetto. Dovete apparire trasandati ma con ricercatezza, classe operaia ma imborghesita. In pratica dovete avere sempre la puzza sotto il naso, senza accorgervi che a puzzare siete voi.
Ecco perché sono consentiti alcol, canne e sigarette. Anzi, abusatene. Fa così poeta maledetto! E tu sei un poeta. Sei un artista. Sei forte. Sfondati di fumo! E bevi! “Se lo tenete l’alcol, bevete cazzo!” Noi vogliamo solo persone così ad agio nei propri panni da non riuscire a rimanere sobrie neanche i martedì mattina. Quanto fighi siete dopo tre negroni! Specialmente con quei pantaloni. Certo, gli hippie veri profumavano di morte e si facevano menare dalla polizia protestando contro la guerra. Noi invece facciamo la doccia due volte al giorno con i sali del mar dei Sargassi.
Ogni tanto protestiamo anche noi, contro i vaccini per liberarci dalla dittatura degli infermieri e contro Iliad perché non prende mai un cazzo: “Signora Beatrice dal Pakistan, mi avete appena fatto perdere la diretta streaming di Cacciari che spiegava il funzionamento della proteina spike nelle crisi di governo!”
Tutto questo, ahimè, non basta. È necessario superare dei provini per diventare un vero intellettuale. Stasera ci troviamo tutti a casa dei miei per vedere la partita. Non di calcio, eh. Non siamo mica gentaglia qualunque. Guarderemo i quarti di finale del campionato trevigiano di scacchi! Chi riesce a non morire per una crisi epilettica è ammesso.Intellettuali di tutte le Facoltà, unitevi!

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