Nizioleti 13.0

di Pietro Gavagnin

“Campo Pisani”, nei pressi della parrocchia di Santo Stefano, è dedicato ad un’importante famiglia patrizia medievale. I membri di tale famiglia ricoprirono ruoli importanti sia nella Chiesa che nel governo della Serenissima, arrivando anche ad essere eletti come dogi. Tuttavia la figura più interessante dal punto di vista storico è probabilmente quella di Vettor Pisani, condottiero navale famoso per il suo ingegno. Fondamentale fu il suo intervento nella “guerra di Chioggia” del 1381, quando i genovesi conquistarono la città e assediarono Venezia, sotto la guida di Pietro Doria. Il Pisani scontava una pena per aver perso uno scontro navale ed essere stato accusato di tradimento, venne scarcerato per volere del popolo. Egli mandò in prima linea delle galere, le navi da guerra, piene di macigni e terra che vennero affondate subito dai genovesi, creando di fatto una muraglia di relitti che privò di ogni possibilità di manovra le navi del Doria, facendoli soccombere sotto i colpi dei veneziani.

La zona della “Frezzeria” si trova dietro la chiesa di San Moisè ed indica il distretto dove avevano sede le botteghe degli artigiani di frecce e balestre, ovvero le freccerie. Tuttavia Venezia fu fra le città europee che col maggior anticipo riuscì a sviluppare armi da fuoco innovative ed efficaci, anche grazie all’aiuto di grandi ingegneri come l’armeno Antonio Suriani, il quale sposò la figlia di un balestriere.

“Ponte del Parucheta”, nei pressi di San Giacomo, prende un nome da un particolare personaggio seicentesco che tra le sue stranezze, secondo la leggenda, possedeva anche un raro pappagallo. La sua peculiarità era però quella di indossare bizzarre parrucche, anche fatte di foglie di pannocchie o fiori, per cercare di aggirare una legge dogale che vietava l’uso di qualsiasi parrucca, per motivi di sicurezza.

“Calle Querini”, cosi come la biblioteca pubblica, è ovviamente intitolata alla nobile famiglia patrizia che ebbe tanti meriti nella storia della Repubblica, con una sola macchia, ovvero la partecipazione alla congiura del 1310. I Querini erano famosi anche per la loro ricchezza, tant’è che si narra che nel XVIII secolo, durante un ballo in onore le Re di Norvegia e Danimarca, in visita alla Serenissima, un esponente della famiglia Querini per meglio raccogliere le decine di perle cadute dal collo di sua figlia, le frantumò con la suola delle scarpe, di fatto buttando all’aria una consistente ricchezza. Tale gesto pare fu fatto per impressionare il sovrano e fare buona pubblicità alla Repubblica.

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