Poveglia per tutti – sagranòmala

di Anna Dameri

Poveglia, un’isola della laguna sud situata davanti a Malamocco, ha una storia densa e stratificata, come tutto il territorio di Venezia, ed ora è diventata un simbolo di resilienza e resistenza della comunità veneziana.
Nel 2013 è stata messa in vendita dall’Agenzia del Demanio, come molte altre isole del territorio che erano state vendute a privati per costruire strutture di lusso per turisti, la base d’asta era zero euro. Questo processo di vendita generale dei Beni Culturali d’Italia veniva giustificato, dai quotidiani e dalla cronaca politica, come necessario al ripianamento del debito pubblico; strategia che si è rivelata fallimentare, basta pensare alla minima parte di immobili demaniali effettivamente venduti (nel 2012 pari al 17% del totale), come anche all’aumento dei costi della pubblica amministrazione (300milioni all’anno) in seguito alla necessità di affittare sedi dopo la vendita delle sedi pubbliche. 
Una profonda indignazione cala sui cittadini veneziani, un’altra isola che veniva sottratta alla comunità, un altro pilastro della cultura pubblica lagunare che cede all’interesse individuale. L’associazione Poveglia per tutti nasce proprio in opposizione alla svendita del bene pubblico; come tutte le rivoluzioni che hanno radici in un ideale, prende forma dal confronto di un gruppo di amici al bar, che vengono fulminati da un pensiero “se chiunque può comprarsi Poveglia, allora la compriamo noi”. Nell’arco di un anno l’associazione conta già più di 4000 iscritti, il problema era chiaro a tutti, non si poteva continuare ad essere testimoni dello smantellamento di Venezia.
L’associazione si pone come porta voce di una comunità, il loro manifesto si fonda sulla collettività:
“Quattro i punti fondamentali, le linee guida stilate quella sera stessa che fanno da carta costituzionale del progetto:
1. La parte verde dell’isola sarà dedicata a parco pubblico liberamente accessibile e gratuito, e ad orti urbani.
 2. La parte edificata dell’isola, che può produrre utili -le cui caratteristiche e limiti etici decideremo insieme, in coerenza con questi punti fondanti- servirà a ripagare i costi di gestione della parte pubblica.
3. La gestione dell’isola sarà no-profit ed eco-sostenibile. Tutti gli utili saranno quindi reinvestiti sull’isola stessa.
4. Qualora dovessimo ottenere la gestione dell’isola, la quota sottoscritta darà diritto a partecipare equamente alle decisioni sulle sorti di Poveglia ma non è, e non sarà da intendersi in futuro, come forma di partecipazione agli utili, né quota azionaria, né fonte di privilegio alcuno per nessun associato.”
L’asta non si è mai conclusa, l’unico altro partecipante al bando, oltre all’associazione, era stato l’holding Humana SpA, con un’offerta di 513mila euro, ritenuta troppo bassa anche dall’Agenzia del Demanio.
Ci siamo incontrati con Patrizia Veclani, una delle fondatrici dell’associazione, per capire meglio la situazione attuale. 

Il motivo per cui, insieme ad altri, ho voluto partecipare è una conseguenza del vedere che la laguna e la città di Venezia non sono tutelate, in particolare non è rispettata la presenza delle persone che vivono e amano questo territorio. 
Per come l’ho vissuta io, Poveglia è sempre stata il posto in cui da ragazzi ci si va ad appartare per stare tranquilli, senza adulti, un luogo di socialità libera e non mediata, un posto selvatico. Vivo alla Giudecca da moltissimi anni e quando, una a una, le isole delle laguna sud hanno iniziato a diventare resort di lusso, le ho viste scomparire dal mio orizzonte di possibilità, nel senso che erano luoghi in cui prima era possibile andare. Noi vedevamo sparire pezzi di territorio, pezzi di città, e in quel periodo abbiamo rischiato, come rischiamo tuttora, di perdere il legame tra la città di pietra e la città d’acqua; allora si riteneva che la città d’acqua, quindi le isole e la laguna, non fossero la città. 
Ci siamo resi conto che il Demanio per noi, fino a quel momento, aveva significato “ciò che è di tutti”, qualsiasi cosa fosse affianca alla parola “demanio” qualificava un luogo che era di tutti, apparteneva a tutti e del quale lo Stato era il gestore; invece il Demanio è un’agenzia, una SpA, creata per vendere questi beni demaniali, cioè di tutti, a società private.
Noi abbiamo lavorato tanto sulla partecipazione proprio perché sentivamo la necessità che la comunità prendesse la parola: l’associazione è uno strumento, il motore che si porta dietro le esigenze e le aspettative di una comunità molto più ampia.

Siamo abituati a dare per scontato che la forma della città sia qualcosa di dato e di immutabile, quando invece la città la dobbiamo poter inventare, è il nostro posto, il nostro diritto di cittadini sta nel decidere che città vogliamo e come ci vogliamo stare.

Nel 2015 abbiamo interrotto le iscrizioni all’associazione perché non aveva senso, in mancanza di risposta dal Demanio, continuare ad accettare iscritti.

Quando il Demanio ci ha rifiutato la concessione per la prima volta, abbiamo proposto ai soci, ovvero le persone che avevano partecipato alla colletta, tre strade diverse: rimborsare i soldi versati, usare i soldi per le spese dell’associazione, oppure come terza opzione, mettere i soldi in un fondo di scopo, vincolato all’ottenimento di una concessione, ovvero i soldi vincolati saranno utilizzabili dall’associazione solo nel momento in cui arriverà una concessione. Una piccolissima parte ha voluto la quota indietro, la maggior parte ha voluto preservare e andare avanti, addirittura alcunii hanno fatto ulteriori contribuzioni all’associazione. Quindi, stupiti per questo sostegno estremo da parte della comunità, abbiamo creato il fondo di scopo in banca etica con i soldi per il progetto del parco sull’isola.

Alla fine del 2022, dopo anni di immobilismo, l’agenzia del Demanio pubblica un nuovo ‘invito a offrire’ per l’isola di Poveglia. L’associazione partecipa proponendo all’Agenzia il progetto definito, finanziato e cantierabile da subito per la realizzazione di un parco urbano nell’isola a cui si é aggiunta la proposta di dottorato dell’Università di Verona che sosterrà il progetto. 
Margherita Brondinio, professore associato di psicometria nel dipartimento di Scienze Umane, presso l’Università di Verona, ci ha raccontato l’impostazione del dottorato in relazione alle diverse istituzioni coinvolte. 
È importante sottolineare che con questa proposta di dottorato, è stato scelto di realizzare una partnership con l’agenzia del Demanio: l’associazione ha avuto in fatti la possibilità di passare da un rapporto di contrattazione ad una collaborazione positiva per entrambe le parti. 

Questa borsa di studio, finanziata dai fondi del PNRR e inserita all’interno della scuola di dottorato del dipartimento delle Scienze Umane di Verona, è stata creata per accrescere le competenze della pubblica amministrazione; ha come obbiettivo di offrire al Demanio un metodo per la valorizzazione dei suoi beni e strumenti per la valutazione dell’impatto di tale metodo nella relazione con la cittadinanza.

In questo progetto di dottorato sono coinvolte diverse importanti istituzioni: il dipartimento di psicometria dell’Università di Verona, con responsabile scientifico Margherita Brondino, l’Università IUAV di Venezia, con la Professoressa Francesca Gelli co-tutor del per la borsa di dottorato, l’agenzia del Demanio, e il dipartimento di Urban Planning dell’Ohio State University, con referente Jack Nasar.
La borsa è orientata, nello specifico, alla sperimentazione della parte verde di Poveglia, per offrire all’Agenzia del Demanio il conseguimento di strumenti utili alla valorizzazione dei propri beni in favore della cittadinanza. In secondo luogo, si propone di valutare l’impatto di questo processo di valorizzazione sulla popolazione. In questo modo il ruolo del Demanio è duplice: è sia soggetto attivo e partecipativo in questo percorso di studio, ma è anche l’oggetto dello studio stesso.
Le candidature per il dottorato si chiuderanno il 7 luglio, il progetto inizierà concretamente l’1 di ottobre, per una durata complessiva di 3 anni; in questo periodo di tempo la persona selezionata lavorerà anche 6 mesi all’interno dell’Agenzia del Demanio, in modo da poter promuovere una situazione di dialogo fluido tra le diverse istituzioni.

L’associazione non è un semplice apparato burocratico, ma è un organismo vivo, una collettività, che lotta per la sua città, per tenerla viva, per preservare i luoghi di socialità e di evasione; Poveglia per tutti è la perfetta esemplificazione del carattere di Venezia, come i suoi muri resistono alla corrosione del sale de dell’acqua, così l’associazione resiste all’incalzante imperativo economico che ha preso il sopravvento nell’ultimo ventennio. 
La Sagranòmala è un perfetto esempio di questa estrema voglia di condividere, in questa giornata si vive l’isola di Poveglia come una comunità, si viene assorbiti, assimilati dalla natura circostante e dallo spirito collettivo. L’obbiettivo di questa sagra, tutta basata sull’atto volontario, è abbattere i muri dell’individualità, uscire dalla mentalità del singolo cittadino isolato per entrare in un meccanismo di responsabilità civile.

FOTO DELLA SAGRANòMALA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *