Nizioleti 10.0

di Pietro Gavagnin

Ponte delle bande” e la successiva “Calle delle bande” si trovano nei pressi di Santa Maria Formosa, nel sestiere di Castello, a metà via fra Rialto e San Zaccaria. Il termine ‘banda’ in veneziano si discosta dall’italiano e sta a significare ‘parapetto’, ovvero le ringhiere ai lati dei ponti. I ponti veneziani fino ai primi del ‘700 avanzata ne erano privi e si presume che questo sia il primo a riceverne. Tuttavia la vera fama di questo ponte è legata ad una tradizione del giorno dell’assunzione, la quale prevedeva la visita del doge alla chiesa di Santa Maria Formosa. Il doge era obbligato a passare per questo ponte pagando un pedaggio per l’ospitalità del parrocco. Il serenissimo donava quindi una “bianca”, una speciale moneta di rame coniata appositamente dalla zecca statale per l’occasione. Prima di ricevere Dio il nome attuale, legato appunto alle bande, il ponte era semplicemente chiamato “quelo de piera arente alla giexia” ovvero “quello di pietra dietro la chiesa”.

Ponte e calle del paradiso”, a pochi passi da S. Maria Formosa, presentano nel loro punto di giunzione una statua lapidea della madonna in una cornice triangolare, molto particolare, che oggi risulta obliqua per cedimenti strutturali. Si narra che questa venne eretta per rendere omaggio alla sagra di contrada che ogni anno veniva organizzata per il Venerdì Santo, festa talmente bella da essere definita da tutti “un angolo di paradiso”.

Anche il “Ponte dell’arsenale” presenta il secondo nome di “Ponte del paradiso” e nelle vicinanze troviamo anche i ponti “del purgatorio” e “dell’inferno”. E’ palese il riferimento alla Divina Commedia di Dante. Egli infatti fece visita a Venezia nel 1304, visitando anche l’arsenale in occasione del suo ampliamento edilizio. Tale visita lascia un segno nei primi versi del XXI canto dell’inferno ‘quale nell’arzana de’ viniziani / bolle l’inverno e la tenace pece / a rimpalmar li legni lor non sani’. Qui il poeta si riferisce ai calderoni di pece del cantiere navale, paragonandoli al fossato della V bolgia del VII cerchio dove subiscono la loro pena i barattieri, ovvero coloro che si sono arricchiti illegalmente sfruttando il loro ruolo in cariche pubbliche.

Contenuti presi da “I nizioleti raccontano 1” di Paolo Piffarerio e Piero Zanotto venduto in allegato con il “Il Gazzettino” edizione speciale del 2012

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