nizioleti 6.0

di Pietro Gavagnin

“Ruga Giuffa” parte da campo Santa Maria Formosa ed è in realtà una calle, molto lunga e stretta, nella parrocchia di San Zaccaria. Il nome in realtà è di difficile interpretazione, ma la più plausibile proviene dal Documento dei Signori della Notte del 1238. I Signori della Notte era una magistratura aristocratica veneziana, suddivisa a sua volte in due rami: Civìl e Criminàl. Le competenze dei magistrati (prima solo 2 poi divenuti 6) erano quelle di giudicare riguardo crimini violenti, truffe, stupri, porto d’armi, danze notturne, vagabondaggio e molto altro. Tornando al nostro nizioleto, “giuffa” è probabilmente il diminutivo di “gagiuffo”, ovvero gaglioffo, furfante. Si pensa infatti che in questa zone fossero particolarmente frequenti gli accattonaggi e le truffe per estorcere denaro ai passanti.

“Calle de le Furlane” si trova a Castello, nelle vicinanze dei Giardini, dietro la Biennale. Il termine furlane indica le donne di origine friulana, e oggi vengono chiamate così un diffuso tipo di scarpa/ pantofola, tipico di quella regione. Tuttavia nella Serenissima le donne furlane erano spesso lavandaie a acquaiole in città, e svolgendo dunque lavori faticosi erano spesso molto forti e di costituzione robusta. Erano inoltre famose in città per il “ballo della furlane”, ovvero una danza molto lunga e faticosa, che veniva eseguita nei campi nei giorni di festa. Si dice che molti uomini provavano a tener testa alle furlane in questa danza, per conquistarle, ma in pochissimi riuscivano a terminare la danza, che durava diverse ore al ritmo dei cembali.

“Campiello dei Meloni” con annesso un rio terà, si trova a San Polo nella parrocchia di San Silvestro, a pochi passi dal Ponte di Rialto. Intorno al 1405 lo spazio destinato ai mercanti di frutta e verdura era diventato insufficiente. La concorrenza era tale che si arrivò a intasare le fondamenta di scarico merci, cosi che si chiese udienza al Doge Michele Steno. Egli concesse gentilmente un ampliamento della zona di mercato. Trovandosi nel mese di agosto, i delegati dei mercanti chiesero quale fosse il frutto della stagione preferito dal Serenissimo, che rispose esprimendo la sua preferenza per i meloni. Da quell’anno ogni agosto i mercanti portarono in dono ceste di meloni al Doge, il quale ricambiava con donativi di salumi e formaggi.

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